Ho preso questa interessante intervista da un sito di cui ti unisco il link perché trovi anche altro
l virus responsabile dell’herpes labialis, è un parassita perfetto. Per lo più vive bene con chi lo ospita, senza provocargli grossi guai. Colpisce, ripresentandosi anche diverse volte durante l’anno, almeno dieci milioni di italiani. Ma nella maggior parte dei casi, è presente sempre nell’organismo dell’ospite, in particolare nei gangli nervosi, dove sta rintanato spesso senza dare alcun fastidio. Pronto però a scatenarsi, cogliendo gli stati di "debolezza" psicofisica del suo ignaro padrone di casa e a dare il via alle tipiche lesioni.
Normalmente è in questo periodo che si assiste ad un "picco" nelle recidive di herpes simplex labialis. Il fenomeno è legato sia alla tensione emotiva accumulata durante i mesi più freddi sia al fatto che si riprende a fare sport all’aperto. Purtroppo, specie fra gli sportivi della domenica, non c’è ancora la sensibilità allo sforzo, per cui si rischia di affaticarsi molto più del normale, facilitando un’eventuale recidiva dell’infezione. Per tutti, poi, l’esposizione alle radiazioni solari peggiora ulteriormente la situazione.
Si può affermare che l’herpes labialis è una lesione che colpisce solo chi è sotto stress?
Non è corretto. Anche chi fa una vita ideale, magari in campagna e senza particolari problemi economici o familiari, può vedere comparire il caratteristico grappolo di vescicole sulle labbra. Le statistiche
dicono che almeno quattro persone su cinque hanno nel sangue anticorpi contro il virus herpes di tipo 1, quello tipico delle lesioni labiali. Questo significa che, magari in forma del tutto silente, hanno avuto almeno un "incontro" con il virus. Ma è solo in un 15-20% di questi individui che compariranno le lesioni erpetiche, che non sono altro che il segnale delle recidive dell’infezione. Negli USA ogni anno ci sono mediamente 70-100 milioni di casi di recidiva, e in Italia il numero di casi di "riaccensione" dell’infezione, applicando al nostro paese le percentuali d’oltre oceano, si aggira intorno ai 10-12 milioni.
Si dice spesso che contro l’herpes bisogna giocare d’anticipo. Ma come si fa?
La prima regola importante per difendersi dalle recidive di herpes labialis è conoscere il "proprio" nemico perché i sintomi soggettivi sono così specifici e "personali", che ognuno arriva quasi a "conoscere" le modalità di presentazione del "suo" virus. In termini generali, tuttavia, i sintomi premonitori si manifestano sei-dodoci ore prima della comparsa dell’eritema, cioé di quell’arrossamento che dà il via alla sequenza delle lesioni labiali. I segnali d’allarme più tipici sono il bruciore localizzato alla zona in cui comparirà il grappolo di lesioni, che a volte può addirittura assumere le sembianze di una vera trafittura, oppure un inspiegabile prurito. Fino ad oggi saper riconoscere questi segnali era fondamentale per poter prendere le contromisure terapeutiche più efficaci. Infatti, con l’aciclovir, la sostanza finora più usata nel trattamento di queste lesioni, si può contrastare l’avanzata del virus solo se il farmaco viene applicato durante la fase prodromica, cioè prima che il virus abbia concluso il suo processo di duplicazione, sia cioè arrivato fino alle labbra e abbia provocato la lesione.Da oggi però, anche per chi non riesce ad intervenire nel breve lasso di tempo che precede la comparsa delle vescicole è comunque possibile limitare i danni. Due studi clinici internazionali hanno dimostrato come con creme a base di Penciclovir si possano ridurre durata ed entità dei sintomi, anche quando si interviene dopo che la lesione è comparsa.
Buone notizie, quindi, visto che da oggi finalmente si può intervenire anche dopo la comparsa delle vescicole dell’herpes. Ma purtroppo si parla sempre di prodotti sintomatici, che, pur essendo sempre più efficaci, non riescono ad eliminare del tutto il virus .....
E’ vero. Ma io non sarei così pessimista. Stiamo parlando di una malattia "inguaribile", che sta comunque diventando sempre più dominabile. Dall’herpes, insomma, non si guarisce. Una volta che il virus ha fatto capolino, anche se poi si mette a dormire per lungo tempo, è altamente probabile che si ripresenti non appena, per tanti motivi, siamo più deboli. Ed è a questo punto che possiamo "dominarlo", grazie ai farmaci di cui disponiamo. Semmai, il problema è un’altro. Non bisogna fare uso di rimedi empirici che non fanno altro che peggiorare la situazione. Mi riferisco ad esempio all’applicazione di etere, di succo di limone, di aglio, di dentifricio o di ghiaccio.
Se la comparsa delle vescicole sulle labbra è una recidiva della malattia cosa vuol dire e quando avviene la prima infezione?
La prima infezione, cioè il primo contatto tra il virus dell’herpes e il corpo dell’ospite, si fa quasi sempre da bambini. Può essere del tutto
asintomatica, tanto che diventa difficile riconoscerla, ma più spesso porta ad una gengivostomatite molto intensa, che può anche invadere completamente le labbra e la parte interna delle guance. Durante questa fase è sempre presente febbre, che poi non sarà presente nelle recidive successive. Non va poi dimenticato che, per quanto si tratti di un ospite "ideale" per il corpo umano, il virus dell’herpes labialis può anche portare a complicazioni gravissime, seppure rare. Ad esempio nei bambini con dermatite atopica, in cui la pelle ha perso le sue capacità difensive e il virus riesce ad "insinuarsi" dopo un semplice contatto, fino a ricoprire completamente il corpo del piccolo.
E’ vero che chi soffre di frequenti recidive è in qualche modo "immunodepresso"? Quali sono i fattori di rischio?
No. Ci sono persone che sono in perfetta salute e che immunologicamente non hanno alcun problema, ma forse non hanno difese specifiche sufficientemente forti contro questi virus. In media ci sono 2-3 recidive l’anno, magari in concomitanza con l’azione di alcuni "fattori di rischio". Quando invece ci sono più di 6-8 recidive l’anno conviene tentare la vaccino-terapia, pur con i limiti oggettivi che questa tecnica presenta. Nella mia esperienza, la "molla" che fa scattare il virus può essere diversa. Ci sono casi di herpes invernali legati alla permanenza sulle piste ad alta quota sotto i raggi del sole, che vengono amplificati proprio dalla neve e dal ghiaccio e si riflettono ancor più pesantemente sulla cute ma anche una malattia febbrile può far "scattare" l’herpes, e forse proprio per questa concomitanza si è definita la lesione erpetica come "febbre del labbro". Inoltre l’eccessivo caldo o il troppo freddo, lo stress fisico e mentale, il ciclo mestruale, la gravidanza, un trauma locale o anche un cattivo stato generale di salute rappresentano fattori di rischio certi, cosi come il trattamento protratto con farmaci che indeboliscono il sistema immunitario o malattie che, in qualche modo, influenzano negativamente l’attività del nostro apparato difensivo.
Ma allora in conclusione, cosa si può consigliare a chi vuole evitare di veder ricomparire le lesioni sulle labbra o almeno di limitarne il rischio?
Penso che la parola d’ordine sia l’educazione alle modalità con cui il virus si ripresenta, al riconoscimento degli elementi di rischio e dei fattori scatenanti. Se uno sa che dopo uno sforzo fisico intenso "paga" la fatica in termini di herpes labialis deve imparare a dosare l’attività . E’ inutile fare una partita a tennis di cinque ore e poi lamentarsi! Infine bisogna usare solo prodotti efficaci, che riducano l’intensità e la durata dei disturbi. In questo senso credo che la presenza di un nuovo preparato a base di Penciclovir, attivo anche dopo che le lesioni si sono manifestate, possa rappresentare un ulteriore passo avanti nel nostro tentativo di "dominare" il virus. Perché di eradicarlo completamente, visto che si nasconde dove non può essere raggiunto, proprio non si può parlare.